La seconda serata del Festival presenta una lineup senza dubbio molto meno interessante del venerdi sera, pur registrando un numero più alto di assistenti notabile a prima vista.
Purtroppo non riusciamo ad arrivare a tempo per gli svedesi Mando Diao, che pare abbiano abbandonato l'indie per l'elettronica deludendo la maggior parte dei fan presenti.
foto tratta da bifm |
Iniziamo quindi con The Kooks, un gruppo che suona un po' a tutto e che sinceramente non comprendo perchè sia considerato fra le band più interessanti del panorama attuale.
Un concerto corretto per iniziare la serata e passare all'unico gruppo di post rock presente al festival: gli scozzesi Mogwai che, come sempre, suonano incredibilmente ma che confermano essere un gruppo più adatto a sala che a festival, anche se in questo caso le dimensioni non eccessive del palco e la giusta amplificazione rendono completamente giustizia agli incredibili crescendo del gruppo.
foto tratta da bifm |
Arriviamo quindi agli headliner, presunto grandissimo gruppo che quasi tutto il festival aspettava:
The National con Sufjan Stevens. Sinceramente io non avevo mai sentito più di due canzoni, ma ero decisissima a dargli una opportunità dopo le tante cronache che avevo letto di live incredibili, ma dopo il concerto che ho visto, sicuramente non ne sentirò nessuna in più.
Concerto lunghissimo e noiosissimo. Nient'altro da dire.
Ed ecco che arriva il grande bluff della serata : La Roux.
Evidentemente in playback, Elly, la cantante del gruppo elettropop ripete esattamente lo stesso concerto del Dcode e data la dimensione del palco, questa volta è impossibile far passare lo spettacolo per un live.
Una cosa a suo favore: alle 2 finalmente si inizia a ballare, e anche se con un dj risultava più economico, Into the kill e Bulletproof son comunque due riempipista e probabilmente le uniche due canzoni per cui quasi tutti stavamo là.
Non capisco comunque come si permetta un playback talmente evidente in un festival di musica di questo tipo, per playback a quest'ora avrei preferito le Spice Girls, addirittura Yelle al Sonar cantava di più...
Ma per fare un serata di gruppi famosi ma ancora secondari, non era meglio Foals, Editors, Churches...o qualsiasi altra cosa?
Alle 3 di mattina finalmente inizia la parte interessante della serata: Holy Ghost.
Antitesi de La Roux, si vede come suonano dal vivo, e un po' sullo stile di Rapture o Lcd SoundSystem fanno ballare per un'ora intera interrottamente , che si fa troppo corta rispetto alle 5 ore precedenti del festival. Io comunque ammetto aver fatto confusione fra Holy Ghost e Holy Fuck, e per un 'ora aver aspettato la canzone del video dei gattini.
Si passa direttamente a Delorean, gruppo in questo caso locale, che rispetto al Sonar del 2013, ultima volta in cui li ho visti, sembrano aver riacquistato tutta la forza che nei concerti di presentazione dell'album Apar avevano perso.
Delorean dimostrano essere il gruppo più internazionale e più esportabile che c'e' tutt'ora in Spagna.
Un peccato che abbiano completamente abbandonato i pezzi dei primi ep, ma per fortuna sempre c'e' posto per Deli, in questo caso un vero e proprio delirio di bandiere basche e corpi scatenati.
Tutte le canzoni hanno qualcosa del vecchio suono del gruppo adattato al sound attuale, un'ora e 15 in cui è impossibile smettere di ballare,.
Proobabilmente uno di che concerti migliori e più lunghi a cui ho assistito della band (e non sono pochi)
Con degli splendidi Delorean si conclude quindi l'edizione 2014 del Bime, un festival in autunno inoltrato che può confermarsi solo come un successo con più di 10000 assistenti per serata e che molto probabilmente ripeteremo, sperando si dia meno spazio all'indie attuale e più all'elettronica.
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